Le opere dell’artista francese Camille Walala trasmettono positività. I suoi lavori, dal piccolo al grande formato, grazie ai colori vibranti e alle geometrie esuberanti danno vita ad ambienti e situazioni che stimolano i sensi e ispirano gioia. Laureata in design tessile presso l’Università di Brighton, Camille si è trasferita a Londra nel 1997 e ha fondato il suo omonimo marchio nell’East London nel 2009 dove vive e lavora ancora oggi.
La sua pratica l’ha portata in tutto il mondo a trasformare spazi di ogni genere con il suo stile tribale-pop. Le influenze dell’artista sono evidenti: il Gruppo Memphis (tra i massimi esponenti della scena postmodernista degli anni ’80), la pittura murale della tribù degli Ndebele (larghi motivi geometrici e dai colori brillanti, con campi monocromatici incorniciati e una prospettiva unicamente bidimensionale) e il lavoro del maestro della optical art, Victor Vasarely.
Adoro portare il colore negli spazi prevalentemente grigi.
Nel maggio del 2018, in occasione del NYCxDesign, Walala ha firmato uno dei suoi progetti più ambiziosi fino ad oggi, un murale alto quaranta metri commissionato da wanteddesign, sulla facciata di un edificio di sette piani a Brooklyn nella zona di Industry city, un complesso post-industriale a uso misto di sei milioni di metri quadrati composto da 16 edifici che si estendono per 35 acri sul lungomare. La regista newyorkese Romain Thomassin l’ha seguita per tutto il progetto, documentando – per la prima volta – la sua ispirazione, i riferimenti, la metodologia e il suo sogno più grande: realizzare walalaland, una città in cui tutti gli edifici sono luminosi e colorati.
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