Acerbo sarai tu

La terza raccolta poetica di Silvia Vecchini illustrata da Francesco Chiacchio per Topipittori.

Acerbo sarai tu

Leggere il nuovo libro edito da Topipittori, la terza raccolta poetica di Silvia Vecchini illustrata da Francesco Chiacchio, è come tornare indietro nel tempo, attraversare di nuovo gli anni difficili della crescita, quando appena tolti gli abiti da bambini/e ci si ritrova in quel limbo emozionale dove rabbia, passione, fervore, confusione e spaesamento ribollono incontrollati.

In Acerbo sarai tu, le parole di Silvia Vecchini e le immagini di Francesco Chiacchio sono cariche di magia (non è un caso che il libro faccia parte proprio della collana Parola Magica di Topipittori), risvegliano infatti ancora una volta il “frullo di ali”, per dirlo con i versi dell’autrice, quel fremito di vitalità e timore, quell’essere al centro e al margine, quel sentirsi forti e instabili, da tempo sopito.

Acerbo sarai tu è un elogio al periodo forse più affascinante della nostra esistenza, quello dell’adolescenza. Quando il cambiamento è il fuoco quotidiano, quando le regole sociali sono troppo strette, quando ci siamo appena scrollati di dosso le nostre paure infantili ma ci sono rimasti ancora i loro ricordi sulla pelle, quando i primi innamoramenti ci scombussolano la testa, lo stomaco e ci occupano i pensieri, quando ci stanchiamo senza fare nulla, quando ci isoliamo dal resto del mondo trasportati dal flusso della nostra musica, quando gli altri ci etichettano come acerbi ma il problema è piacere a noi stessi, quando il cuore sembra ghiacciare ed altri giorni sembra bruciare.

Acerbo sarai tu
Acerbo sarai tu

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.