Leggere il nuovo libro edito da Topipittori, la terza raccolta poetica di Silvia Vecchini illustrata da Francesco Chiacchio, è come tornare indietro nel tempo, attraversare di nuovo gli anni difficili della crescita, quando appena tolti gli abiti da bambini/e ci si ritrova in quel limbo emozionale dove rabbia, passione, fervore, confusione e spaesamento ribollono incontrollati.
In Acerbo sarai tu, le parole di Silvia Vecchini e le immagini di Francesco Chiacchio sono cariche di magia (non è un caso che il libro faccia parte proprio della collana Parola Magica di Topipittori), risvegliano infatti ancora una volta il “frullo di ali”, per dirlo con i versi dell’autrice, quel fremito di vitalità e timore, quell’essere al centro e al margine, quel sentirsi forti e instabili, da tempo sopito.
Acerbo sarai tu è un elogio al periodo forse più affascinante della nostra esistenza, quello dell’adolescenza. Quando il cambiamento è il fuoco quotidiano, quando le regole sociali sono troppo strette, quando ci siamo appena scrollati di dosso le nostre paure infantili ma ci sono rimasti ancora i loro ricordi sulla pelle, quando i primi innamoramenti ci scombussolano la testa, lo stomaco e ci occupano i pensieri, quando ci stanchiamo senza fare nulla, quando ci isoliamo dal resto del mondo trasportati dal flusso della nostra musica, quando gli altri ci etichettano come acerbi ma il problema è piacere a noi stessi, quando il cuore sembra ghiacciare ed altri giorni sembra bruciare.