Attivo da circa venticinque anni, il ceramista argentino Luciano Polverigiani con le sue sapienti mani riesce a dar vita ad uno stuolo di personaggi “armati” di ironia e senso dello humor. Mostri, esseri simil-umani le cui parti del corpo si scompongono e ricompongono a piacimento, figure a metà tra divinità antiche e personaggi surreali.
Un mondo grottesco quello generato dall’immaginario di Polverigiani, dove i personaggi modellati nella loro goffaggine e nella loro rappresentazione paradossale rallegrano lo sguardo, alimentando curiosità e stupore in chi li osserva. Lo scultore adotta linee semplici ma si sofferma molto nel dettaglio. Egli vuole infatti indurre ad un’analisi accurata, mai fugace delle sue opere, che spesso rivelano sorprese, ma soltanto all’osservatore attento e scrupoloso.
A metà tra sculture e giocattoli d’arte, i “mostri” di Polverigiani sono frutto di un’attenta lavorazione delle argille e del fango, materie prime utilizzate fin dall’antichità dalle civiltà sud americane nella produzione artistica. Tradizione che si sposa ad una forte spinta alla sperimentazione, non solo nelle forme e nelle rappresentazioni, ma anche nell’utilizzo originale di smalti colorati e non.
Ogni opera di Polverigiani è realizzata infatti in argilla e poi cotta in un forno a gas a 1180 gradi centigradi, secondo lo scultore temperatura ideale per la vetrificazione.