X (Suite for Malcolm), Francesco Chiacchio

X, Suite for Malcolm è un omaggio ad un grande leader afroamericano dall’eredità attualissima e ancora irrisolta.
È il capolavoro di Francesco Bearzatti, cucito su misura per il suo Tinissima Quartet: Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. È la serie di magnifiche illustrazioni di Francesco Chiacchio realizzate per accompagnare la performance del quartetto dal vivo.

Da giovedi 11 novembre a sabato 27 novembre 2010, presso il foyer dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma, saranno esposte le tavole originali disegnate da Francesco Chiacchio. Il progetto e la mostra sono a cura di Antonio Vanni.

Francesco Chiacchio è un illustratore fiorentino, classe 1981. Ha illustrato libri – 90 secondi all’inferno. Storie jazz (2007, LVE), Dall’Atlante agli Appennini (2008, Orecchio Acerbo) – riviste, dischi, scritto storie a fumetti e disegnato manifesti per il teatro. Attualmente collabora come illustratore con il quotidiano La Repubblica per le pagine della cultura di Firenze.

foto di Valentino Griscioli

foto di Valentino Griscioli / nophotography.it

Di seguito una selezione delle tavole del progetto ed esposte in mostra.

Francesco Chiacchio

Il Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti unisce alcuni dei migliori musicisti della scena europea: Francesco Bearzatti (sax tenore e clarinetto), Giovanni Falzone (tromba), Danilo Gallo (contrabbasso e basso elettrico) e Zeno De Rossi (batteria), è una potente macchina generatrice di musica e di idee rodata in cento concerti negli ultimi tre anni e diretta da Bearzatti in due omaggi a due figure rivoluzionarie del secolo scorso, Tina Modotti (Suite for Tina Modotti, PdM 2008) e Malcolm X (X, Suite for Malcolm, PdM 2010).

foto di Valentino Griscioli

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.