La mostra, fino al 29 giugno alla Biblioteca Nazionale Braidense, documenta i rapporti tra Bodoni e la tradizione dell’uso del carattere Bodoni nella grafica di produzione soprattutto milanese tra XX e XXI secolo, oltre ad esporre dipinti, stampe e cimeli bodoniani (tra cui il primo stampato di Bodoni e le bozze dell’Oratio Dominica) appartenuti alla raccolta Mortara ora conservata in Biblioteca.
Oggi il nome di G. B. Bodoni è talmente conosciuto in tutto il mondo che potrebbe essere usato nello spelling internazionale. La mostra, curata da Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca Nazionale Braidense e da Massimo Dradi, presidente dell’Associazione Culturale Studi Grafici di Milano, presenta una raccolta di stampati tutti realizzati con caratteri Bodoniani che partono da Bertieri e arrivano ad oggi toccando tutte le tipologie: dai libri di editoria di pregio a quelli di grandi tirature, dalle pagine di pubblicità al packaging, dalle carte da lettera agli avvisi pubblicitari, dall’immagine coordinata ai logotipi.



Progetti grafici firmati da designer di successo ma anche da semplici tipografi ai quali è bastato scegliere il carattere Bodoni per assicurarsi un lavoro professionale ben fatto e come tale degno di essere apprezzato e magari esposto in mostra. Perché dobbiamo pur dirlo, con Bodoni è proprio difficile sbagliare o se mai è decisamente facile fare bene.
Nel corso del XIX secolo sono stati creati dalle fonderie italiane e straniere molti alfabeti ispirati all’originale. Spesso sono delle varianti finalizzate a rispondere alle necessità più commerciali che artistiche. Sono nati così numerosi caratteri a lui dedicati con aste nerissime, con occhio stretto o strettissimo ma anche decisamente allargati, chiamati più genericamente Bodoniani.
In questa rassegna li vediamo usati con consapevolezza e rigore sia in composizioni a bandiera sia in composizioni ad epigrafe. La grande varietà delle forze d’asta del carattere Bodoni è sorprendente ed è proprio la loro differenza che esalta la possibilità di utilizzo e di espressione.
La mostra presenta i libri, i cataloghi, le pagine di pubblicità in cui compare da protagonista il carattere che viene utilizzato per dare all’opera grafica quella pulizia e leggibilità che il tempo ha consolidato. Alcuni esempi: le copertine delle Guide azzurre del Touring Club Italiano del 1931, composte e stampate da Raffaello Bertieri, la popolare BUR – Biblioteca Universale Rizzoli, il gruppo di edizioni d’arte della Galleria del Milione e la Universale Einaudi. Possiamo dire che la quasi totalità delle case editrici italiane ha o ha avuto collane editoriali in cui sono stati usati i caratteri Bodoni, segno evidente di una volontà di identificarsi con una concezione editoriale di alta qualità grafica.



