Jules Chéret. Padre del manifesto moderno

Fu tra i primi a comprendere l'importanza dell'immagine a scapito del testo per un medium quale il manifesto.

Jules Chéret nasce a Parigi il 31 maggio 1836 in una famiglia di artigiani. Dal momento che la famiglia è povera e non può permettersi di pagare la scuola, la sua istruzione si conclude a soli tredici anni. Suo padre, tipografo, decide di mandare il figlio a fare un apprendistato con un litografo per tre anni.
Nel 1853 si iscrive all’École National de Dessin e frequenta la classe di Horace Lecoq de Boisbaudran, dal quale apprende l’arte di disegnare a memoria e approfondisce lo studio delle figure in movimento. Acquisisce inoltre l’abitudine a disegnare sempre e comunque, ogni giorno, esercizio questo che porterà avanti per tutta la vita.

Anche se è in grado di vendere bozzetti presso vari editori di musica a Parigi, questa non lo soddisfa. Così nel 1854 decide di lasciare Parigi per andare a Londra nella speranza di trovare un modo più redditizio per dare avvio concreto alla sua carriera di artista. Dopo un breve periodo di tempo in cui lavora per il Maple Furniture Company, Chéret, frustrato, torna a Parigi senza più soldi di quando ha iniziato il suo viaggio.

Questo non gli impedisce di andare avanti e perseverare ed è proprio questa convinzione che lo porta a conoscere il celebre profumiere francese Eugène Rimmel. Grazie a Rimmel può realizzare molte delle etichette dei prodotti della House of Rimmel, e, al suo seguito, viaggia in molti paesi, la Tunisia, Malta e soprattutto l’Italia. Grazie a questo lavoro, una volta di ritorno a Parigi nel 1886, Chéret può finalmente aprire la sua stamperia.

Jules Chéret, poster per La biche au bois, 1866

Il primo manifesto che pubblica, La biche au bois, incontra un grande successo e segna il debutto di una futura intensa attività creativa.
Chéret sa conquistare l’amicizia dei grandi artisti della sua epoca, da Rodin a Bourdelle, da Manet a Renoir, divenendo a sua volta punto di riferimento per gli artisti della generazione successiva, come Seurat, Signac e soprattutto Toulose-Lautrec. Soprannominato “il Tiepolo dei Boulevards” e il “Watteau des carrefours” dai suoi contemporanei, Chéret contribuisce a trasformare con la sua immensa produzione di manifesti a colori il paesaggio urbano facendo scendere l’arte nella strada e nella piazza.

In tutta la sua carriera Jules Chéret realizzerà più di 1000 manifesti guadagnandosi inevitabilmente il titolo di “Padre del poster” e rivoluzionando il settore della pubblicità nel design e nelle tecniche di stampa.

Chéret è considerato il padre del manifesto moderno per vari motivi. Fu tra i primi a comprendere l’importanza dell’immagine a scapito del testo per un medium quale il manifesto, che doveva essere appeso in luoghi di passaggio e aveva quindi, di solito, pochissimo tempo a disposizione per essere letto. Inoltre riuscì a portare la tecnica della litografia da un livello artigianale ad uno artistico, in particolare fu tra i primi a puntare sulla cromolitografia, e quindi sul colore, come tecnica per realizzare i propri lavori. I protagonisti dei suoi manifesti furono le figure femminili, le cosiddette Chérettes (proprio perché caratteristiche di Cherét), che possono essere considerate le antenate delle attuali modelle della pubblicità. (fonte wikipedia)

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