Graphic Design Festival Breda


Fino al 27 aprile 2014 il centro storico di Breda (Paesi Bassi) è palcoscenico della biennale Graphic Design Festival Breda. Il festival, diretto e curato da Dennis Elbers, rivela i segreti del processo – spesso nascosto – della progettazione e porta i progettisti a contatto con il loro pubblico. I visitatori imparano a guardare le immagini, che normalmente danno per scontato, da una prospettiva differente e scoprendo così il potere dell’immagine.

Il tema di quest’anno è “Reconnect the Dots”, “Collegare i puntini”, che ha lo scopo di mettere a sistema i lavori dei designer – oltre 100 che si occupano di graphic design, illustrazione, animazione, visualizzazione di dati, tipografia e narrazione visiva – con la tecnologia e il contesto sociale. Il festival trae ispirazione dagli attuali disordini sociali riguardanti la politica, l’economia, la sostenibilità, il benessere e il continuo sforzo per aumentare la ricchezza. Particolare attenzione è stata data all’influenza della tecnologia e a Internet quale strumento che fornisce sfide contemporanee che non possono però essere risolte costruendo le basi sulla crisi economica e con il sistema politico attuale.

I graphic designer sono investiti del ruolo di risolutori di problemi grazie alla loro capacità di interpretare la realtà integrando la tecnologia, la consapevolezza sociale e culturale e l’apprendimento continuo nel processo di progettazione. La loro immaginazione e la capacità di visualizzazione deve formare l’atteggiamento del pubblico a impegnarsi verso il cambiamento. GDFB ha vuole stimolare il dibattito sulla responsabilità sociale dei grafici in un mondo dove l’immagine è in grado di influenzare il comportamento e le opinioni e infine mostrare come l’immaginazione ci aiuta a riconoscere, ricercare, riflettere e a ricollegare i sistemi.

Review © Paul Paetzel (DE)

I designer che sono stati invitati e che hanno inviato i loro manifesti provengono da tutto il mondo e saranno giudicati da una giuria internazionale che ha già selezionato i 50 lavori che verranno esposti durante il festival in una mostra all’aperto nel centro della città. Per stimolare i progettisti a lavorare da una prospettiva personale, i partecipanti sono stati invitati a lavorare immedesimandosi nei seguenti atteggiamenti:

Poeta > Colui che aggiunge un tocco personale alla realtà quotidiana innescando l’immaginazione dello spettatore.
Giornalista > Colui che riflette la notizia, argomentando con sintesi e comprensibilità gli argomenti dell’attualità.
Scienziato > Colui che riesce a sezionare sistemi complessi riuscendo a trasmettere una visione trasparente di ciò che ci circonda.
Agitatore > Colui che stimola il dibattito pubblico aiutando la formazione dell’opinione personale dello spettatore.

L’illustratore Hedof (2010) – ph. Suzanne Jongmans
Transparency Suit by Studio Smack (2010) ph. Suzanne Jongmans

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.