Bookabook, la piattaforma italiana di crowdfunding dedicata all’editoria

Il team di bookabook

Da quasi due mesi c’è una novità che si è inserita nel panorama nazionale dell’editoria, si tratta di bookabook, la prima piattaforma di crowdfunding del libro. Grazie a bookabook la community può scegliere un libro e sostenerne dal basso la pubblicazione, realizzando un modello di business partecipato. Design Playground ha intervistato gli ideatori per capirne il funzionamento e ragionare attorno al ruolo del digitale e della rete nell’editoria.

Come nasce bookabook e chi sono gli ideatori del progetto?

Bookabook nasce da un’idea di Tomaso Greco ed Emanuela Furiosi, imprenditori digitali, e dagli agenti letterari Claire Sabatié-Garat e Marco Vigevani che hanno sposato l’idea.

Come funziona Bookabook?
Bookabook è la piattaforma italiana di crowdfunding del libro. Bookabook ospita diverse campagne di libri non ancora pubblicati di autori noti ed esordienti, con un’anteprima gratuita e accessibile a tutti. Per ogni libro viene stabilito un traguardo economico da raggiungere nei giorni della campagna, solo se il goal viene raggiunto il libro prende vita. Se al lettore piace l’anteprima, per rendere possibile la nascita del libro e poter così andare avanti nella lettura può sostenerlo con un’offerta dai 3 euro in su. Bookabook è una piattaforma all or nothing e reward based: se durante la campagna non si raggiunge l’obiettivo economico prefissato le offerte dei sostenitori vengono interamente restituite —il lettore non rischia nulla— se invece la campagna va a buon fine tutti i sostenitori ricevono il libro in versione digitale e i vari premi a seconda del loro impegno.

Come si articola la selezione dei testi?
Le prime proposte sono state selezionate dal team di bookabook ma vorremmo coinvolgere la community anche in questo, ci sarà a breve una grossa novità. Stay tuned!

Quale è il ruolo del lettore in questo processo? Quale posizione di privilegio acquisisce rispetto a quella del semplice acquirente?
Il lettore diventa protagonista attivo ed essenziale della vita del libro: partecipa a un processo creativo, permettendo la pubblicazione dei libri che decide di sostenere. Ha, per la prima volta, la possibilità di dialogare direttamente con l’autore e di essere coinvolto da protagonista nelle dinamiche editoriali.

Il team di bookabook

Ci sono già altre piattaforme che si occupano di crowdfunding di libri tipo il britannico Unbound o lo statunitense Pubslush. Quali sono gli aspetti, se ce nesono, che distinguono bookabook dai competitors esteri?
Bookabook ha delle feature esclusive che rendono ancora più coinvolgente l’esperienza di lettura. Ad esempio abbiamo sviluppato il meccanismo dei traguardi intermedi che, una volta raggiunti, rendono disponibili nuove parti del libro, senza dover aspettare la fine della campagna. Ovviamente questo meccanismo si applica solo a libri che sono già in una fase avanzata, mentre bookabook ospiterà presto anche progetti. E poi ci sono altre feature che lanceremo più avanti, incentrate sulla community, che renderanno l’esperienza di lettura sempre più social.

Spesso il digitale è stato considerato un antagonista della carta stampata, lo strumento che avrebbe portato alla crisi del libro cartaceo. Un’analisi più approfondita rivela invece come il digitale può comportare una forte spinta propulsiva al ripensamento del mondo dell’editoria e soprattutto come l’integrazione razionalizzata tra digitale e cartaceo può rafforzare il consumo di libri. Come si inserisce la piattaforma bookabook in questo scenario?
Bookabook vuole essere luogo di incontro di autori e lettori appassionati, partendo dalle comunità di lettori che quotidianamente scambiano idee e consigli di lettura in rete, fornendo loro la possibilità di accedere, in anteprima, a nuove proposte e di sostenere quelle che più gli piacciono diventando i fautori della produzione editoriale. Con bookabook sono i lettori a far nascere i libri, permettendone la distribuzione sugli scaffali delle librerie tradizionali e online.

Nel 2010 Riccardo Luna, allora direttore di Wired Italia, definisce Internet “arma di costruzione di massa” e ne lancia la candidatura al premio Nobel per la Pace.Considerando che in Italia la campagna di crowdfunding che ha raccolto più adesioni è stata quella per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, la definizione di Riccardo Luna sembra essere quantomeno calzante. Nel vostro caso cosa vuole “costruire” Bookabook?
Bookabook vuole “costruire” una community di lettori appassionati e scrittori dove si parla di libri, si trovano buoni libri e si gode il piacere della lettura. Il sistema del crowdfunding e della sharing economy sul quale si poggia bookabook non sono una risposta alla crisi, piuttosto un nuovo stile di vita, un nuovo modo di vedere le cose, nel quale libro, autore e lettore non sono più realtà isolate, ma l’asse dove convergono moltissime relazioni.

Bookabook crea nell’ambito editoriale un nuovo modello economico partecipato. Credete che questo possa sostituirsi a quello tradizionale degli editori, delle librerie e delle catene distributive?
Nei mercati anglosassoni e tedeschi digitale e cartaceo convivono, costruendo nuovi orizzonti. Bookabook non vuole sostituirsi a editori, librai o distributori, ma dare luce a nuovi libri e progetti editoriali restituendo all’autore e al lettore la loro centralità.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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