Nei suoi recenti lavori matita su carta il designer americano Jonathan Koshi (che generalmente si occupa di user experience) esplora l’iconografia della cultura pop concentrandosi sulla tensione tra arte, graffiti, atti di vandalismo e architettura e, nello specifico, in quale misura il tagging si relaziona con i disegni architettonici delle porte d’ingresso dei palazzi. Impiega la classica tecnica di disegno a matita per catturare i dettagli dei tag e degli elementi architettonici per creare un’opera d’arte memorabile dove il vandalismo diventa una componente essenziale.
Le porte della serie sono state fotografate, nell’arco di tre mesi, nelle città dove Jonathan ha vissuto o che ha visitato: Bruxelles, Roma, Firenze, Parigi, Amsterdam e Copenhagen. I disegni sono diventati un modo per interagire con i luoghi intorno a lui, non solo attraverso l’osservazione e l’apprezzamento ma anche attraverso questa sorta di omaggio.







