“Stallo”, la bottiglia diventa bicchiere

Un'inversione di funzione, un ribaltamento dell’oggetto per trasformarlo da bottiglia in bicchiere, o meglio due.

“Ogni giorno siamo circondati da oggetti con forme e misure differenti destinati, dopo il loro utilizzo, a diventare parte della catena consumistica dell’usa e getta. È per questo quindi che il nostro progetto “Find Design”, si propone come tentativo di dare valore aggiunto ai prodotti comuni, in questo caso “Find design in a bottle” appunto. Da qui l’idea di riciclare bottiglie in vetro per trasformarle in originali bicchieri con differenti forme.

Riflettendo su un possibile riuso di una bottiglia in vetro, abbiamo immaginato un’inversione di funzione, un ribaltamento dell’oggetto per trasformarlo da bottiglia in bicchiere, o meglio due. Ogni bottiglia offre infatti due bicchieri: uno ricavato dal fondo e l’altro, a forma di calice, ricavato dal collo (il tutto ottenuto tramite un taglio con sega circolare con disco diamantato). Quest’ultimo però, per poter restare in piedi con stabilità e offrire una tenuta sicura del liquido, necessita di una base.

Da qui nasce Stallo, piedistallo in porcellana vetrata. Questo sostegno è realizzato colando il materiale ceramico all’interno di stampi in gesso; la colorazione e la vetratura (ottenute attraverso due cotture) permettono inoltre una maggiore resistenza e un miglioramento dell’aspetto estetico. La tenuta stagna tra Stallo e il corpo superiore è garantita da tre piccole guarnizioni in gomma che, oltre ad assicurare un buon attrito, permettono anche una rimozione del piedistallo al momento del lavaggio.

Dalla bottiglia al calice. Dal versare al contenere, Stallo è quindi un calice in grado di cambiare aspetto e forma, una sintesi di due parti distinte e tra loro indispensabili: una base e un corpo superiore, assemblabili e intercambiabili a seconda dei gusti dell’utilizzatore. Il risultato è un bicchiere originale, pratico e resistente”.

Gli autori di questo progetto sono Mirko Pierini, Paolo Martini e Lorenzo Scodeller, tre designer italiani al momento impegnati nello sviluppo della tesi del master di product design all’ESAD di Caldas da Rainha, Portugal. Tutti e tre si sono laureati in Disegno industriale, presso l’Università IUAV di San Marino, facendo inoltre, durante il periodo accademico, un’esperienza all’estero rispettivamente a Lisbona, Valencia, e Groningen. Insieme condividono idee e interessi nell’ambito del product design in particolare nel settore del design sostenibile, nel cui ambito hanno sviluppato alcuni progetti insieme dando vita a un collettivo chiamato “Os Italianos”.

Da dicembre 2014 Stallo è finalmente in vendita. Potete acquistarlo qui.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.