Escher, al Chiostro del Bramante (Roma) fino al 22 febbraio 2015

Belvedere, maggio 1958 litografia – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com

“Sono andato nei boschi di Baarn, ho attraversato un ponticello e davanti a me avevo questa scena. Dovevo assolutamente ricavarne un quadro!”

Con queste parole, Maurits Cornelis Escher allude alla litografia dal titolo Tre mondi, in cui superficie, profondità e riflesso sono poste su un unico piano, quello dellʼacqua, che accavalla mondi reali e mondi riflessi fra sogno e geometria, invenzione e percezione visiva, fantasia e rigore. Con oltre 150 opere, tra cui i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente (M.C. Escher Foundation), Giorno e notte (Collezione Giudiceandrea), Atro mondo II (Collezione Giudiceandrea), Casa di scale (relatività) (Collezione Giudiceandrea) è stata inaugurata a Roma, al Chiostro del Bramante, una grande mostra antologica interamente dedicata allʼartista (visitabile fino al 22 febbraio 2015), incisore e grafico olandese, che ne contestualizza il linguaggio artistico e racconta lʼannodarsi di universi culturali apparentemente inconciliabili i quali, grazie alla sua arte e alla sua spinta creativa, si armonizzano, invece, in una dimensione visiva decisamente unica.

Prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group e, in collaborazione con la Fondazione Escher, grazie ai prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea, curata da Marco Bussagli, con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra ESCHER vuole sottolineare l’attitudine di questo intellettuale – perché il termine artista, nell’accezione con cui siamo abituati ad usarlo, pare in parte inadeguato – a osservare la natura in un altro modo, con un punto di vista diverso, tale da far emergere in filigrana quella bellezza della regolarità geometrica che talora diviene magia e gioco.

Castrovalva (Abruzzi), 1930 litografia – M.C. Escher Foundation All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com

Non è un caso che la spinta verso il meraviglioso e l’inconsueto sia nata nella mente e nel cuore di Escher grazie allo stupore che provava per le bellezze del paesaggio italiano, dalla campagna senese al mare di Tropea, dai declivi scoscesi di Castrovalva ai monti antropomorfi di Pentadattilo. Su questi paesaggi si allungava il suo sguardo che scorgeva la regolarità dei volumi, la dimensione inaspettata degli spazi, la profondità storica delle città e dei borghi. Fu la dimestichezza con questi luoghi, così diversi dalla dolcezza orizzontale della sua Olanda, a porsi alla radice di un percorso artistico che s’avventurò negli spiazzi sconfinati della geometria e della cristallografia, divenendo terra fertile per giochi intellettuali dove la fantasia regnava sovrana. Quello di Escher, infatti, è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico dietro le cose, per poi farne le premesse compositive per costruire quelle che più tardi prenderanno il nome di «immagini interiori».
Così, quando lasciata definitivamente l’Italia Escher giunse a Cordova e all’Alhambra nel 1936, il gioco di tassellature – l’elemento di attrazione dell’apparato decorativo di quei monumenti moreschi – fu causa scatenante di un ulteriore processo creativo che coincise con il riemergere della cultura art nouveau della sua formazione artistica.

Il percorso della mostra vuole seguire letteralmente lo sguardo di Escher, che ha preso le mosse dall’osservazione diretta e puntuale della natura, sull’onda del fascino che esercitò su di lui il paesaggio italiano. Così, gli occhi del grande artista si sono posati tanto sulle meraviglie offerte dagli scorci del nostro paese, quanto sulle piccole cose, dai soffioni agli scarabei, dalle foglie alle cavallette, ai ramarri, ai cristalli che egli osservava come straordinarie architetture naturali.
La mostra dedicata a questo grande intellettuale, mago nell’iper suggestione del disegno, racconta attraverso le opere di Escher la compenetrazione di mondi simultanei, il continuo passaggio tra oggetti tridimensionali e bidimensionali, ma anche le ricerche della Gestalt – la corrente sulla psicologia della forma incentrata sui temi della percezione -, le implicazioni matematiche e geometriche della sua arte, le leggi della percezione visiva e l’eco della sua opera nella società del tempo.
Nel percorso della mostra anche opere comparative quali Marcel Duchamp, Giorgio de Chirico, Giacomo Balla e Luca Maria Patella.

(Fonte: Ufficio Stampa)

(Tetti di) Siena,1922 xilografia – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Nastro di Möbius II, 1963 xilografia colorata – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Buccia, 1955 xilografia – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Giorno e notte, 1938 xilografia – Baarn, M.C. Escher Foundation All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Occhio, 1946 mezzatinta – Collezione privata All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Vincolo d’unione, 1956 litografia – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Casa di scale (Relatività), 1951 litografia – Collezione Federico Giudiceandrea All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Mano con sfera riflettente, 1935 litografia – M.C. Escher Foundation All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com
Altro mondo II, 1947 litografia – Collezione privata All M.C. Escher works © 2014 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com

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Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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