The Innovation Week & Maker Faire Rome al Parco della Musica

La scorsa settimana, il 27 settembre precisamente, è stata inaugurata a Roma The Innovation Week, la settimana dell’innovazione che avrà il suo culmine nella seconda Maker Faire Rome, da venerdì 3 a domenica 5 ottobre.
Per l’occasione nel Parco della Musica è stato realizzato un villaggio mai visto finora in Italia: più di 70 mila metri quadrati che ospiteranno circa 600 invenzioni da tutto il mondo mentre nelle sale si alterneranno conferenze e seminari con centinaia di speaker.

L’innovazione raccontata dall’Innovation Week e Maker Faire è un’innovazione che nasce dalla voglia di sperimentare e di condividere. Un’innovazione che riconosce il valore della ricerca scientifica senza dimenticare che, senza la voglia di sporcarsi le mani, è difficile vedere risultati concreti. La Maker Faire vuole dare visibilità all’energia di tanti giovani che intraprendono un proprio percorso creativo e che vogliono condividere l’esito dei loro sforzi insieme ad altri. Alcuni di questi straordinari innovatori diventeranno imprenditori, magari sviluppando idee e prototipi che hanno messo a punto per la manifestazione romana, altri troveranno lavoro in imprese dove potranno portare la propria energia e la propria competenza. Innovation Week/ Maker Faire vuole essere una festa e una celebrazione dell’impegno di chi “ci prova”, perché un paese che vuole uscire dalla crisi deve pensare che l’innovazione è prima di tutto un grande sforzo collettivo di sperimentazione e di costruzione del futuro.

Fino a domenica 5 ottobre dunque esperti e protagonisti nel campo dell’innovazione e makers provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Roma per dar vita ad una nuova ondata di energia creativa. Gli speaker di fama internazionale, tra Innovation Week e Maker Faire, saranno oltre 100 e si alterneranno nelle varie conferenze previste in programma. Personalità come lo scrittore e attivista Cory Doctorow, l’astronauta Samantha Cristoforetti, l’artista cyborg Neil Harbisson, Adrian Bowyer, che ha cambiato definitivamente il mondo della stampa 3D rendendolo accessibile a tutti, Glenn Green, il chirurgo toracico che ha impiantato una trachea stampata in 3D ad un paziente di sole sei settimane di vita, Luciano Floridi, docente di filosofia ed etica dell’informazione e direttore della ricerca presso la Oxford University, Britta Thomsen, membro del Parlamento Europeo, Commissione Industria, Ricerca e Energia, Jonathan Ortmans, senior fellow Kauffman Foundation,Dmytro Gnap, giornalista investigativo, coordinatore di Yanukovych Leak.


Alla Maker Faire, che chiude l’Innovation Week, saranno esposte oltre 600 invenzioni e presentati 74 talk e 42 workshop da 33 nazioni: Italia, Francia, Portogallo, Regno Unito, Germania, India, Belgio, Giappone, Cina, Svizzera, Svezia, Paesi Bassi, Canada, Taiwan, Colombia, Stati Uniti, Irlanda, Spagna, Serbia, Brasile, Bielorussia, Danimarca, Croazia, Polonia, Egitto, Messico, Singapore, Turchia, Marocco, Guatemala, Repubblica Ceca, Australia e Grecia.
Per la sua seconda edizione, Maker Faire Rome ha anche lanciato una Call4School dedicata ai progetti nati e sviluppati tra i banchi di scuola, perché saranno i giovani makers a fare la differenza. Non a caso, i migliori progetti selezionati parteciperanno alla manifestazione.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.