Progetto Grafico #26, “Tracce”.
Indici e indizi, impronte e diagrammi

Progetto Grafico 26 è dedicato al tema Tracce. Il numero, a cura di Luigi Farrauto, Claude Marzotto, Silvia Sfligiotti, può essere acquistato in edizione cartacea o digitale, direttamente nella Libreria Aiap online.

Questo numero di «Progetto grafico» dedicato alle “Tracce” – indici e indizi, impronte e diagrammi – indaga gli ambiti della comunicazione visiva dediti, piuttosto che a costruire rappresentazioni, a rilevare e rendere visibile la dimensione del tempo.

Esiste innanzitutto il valore storico delle tracce: queste in ogni artefatto permettono di risalire alle ragioni e alle tecniche della sua produzione, ma anche a scelte soggettive e incidenti di percorso che tradiscono il fattore umano del graphic design.
La memoria individuale o collettiva è una stratificazione narrativa di tracce in costante trasformazione. I segni dell’uso concorrono a determinare l’identità di luoghi e oggetti ma anche dei testi, che possono dialogare in vari modi con il proprio passato.

Dalle venature di una foglia a un tratto di matita su carta, tutte le forme possono essere lette come «diagrammi spazio-temporali», sintesi visive di una serie di relazioni causa-effetto. Con la registrazione fotografica e la messa a nudo dei processi di produzione, la traccia entrava a far parte del linguaggio della comunicazione visiva. Oggi nuovi strumenti permettono di visualizzare in tempo reale il flusso di tracce digitali e ottenere rappresentazioni dinamiche di territori, attività, esperienze.

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Fonte: AIAP

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.