Kincső Nagy, le cover alternative per i romanzi di Harry Potter

La magia e il mistero dei libri della scrittrice J. K. Rowling sono racchiusi nel minimalismo e nell'eleganza di questi piccoli gioielli.

La studentessa ungherese Kincső Nagy ha realizzato, per il suo corso di laurea in grafica e illustrazione, le copertine alternative per i sette romanzi di Harry Potter e alcune illustrazioni interne del primo libro Harry Potter e la pietra filosofale.
La magia e il mistero dei libri della scrittrice J. K. Rowling sono racchiusi nel minimalismo e nell’eleganza di questi piccoli gioielli. Ogni copertina infatti è caratterizzata dalla scelta di un unico oggetto, simbolo dell’intero volume, che, dopo aver preso forma grazie ad un preciso intaglio, risplende nel buio.

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Da sinistra, Il Prigioniero di Azkaban, Il Calice di Fuoco, La Camera dei Segreti, la Pietra Filosofale, L’Ordine della Fenice, Il Principe Mezzosangue e I Doni della Morte.
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Le illustrazioni interne sono state realizzate con degli stencil scannerizzati e colorati con Photoshop. In alcuni casi troviamo dei pop up in altri le illustrazioni si stratificano e si aprono in modo tale che il lettore possa sbirciare al loro interno: dal muro che nasconde l’Espresso per Hogwarts all’uovo di drago vinto da Hagrid durante una partita di carte che racchiude Norberto, una femmina di Dorsorugoso di Norvegia.

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Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.