In occasione della pubblicazione della nuova edizione di Le Avventure di Pinocchio, edizioni Clichy, con le illustrazioni realizzate da Leo Mattioli negli anni ’50, il 17 gennaio è stata inaugurata la mostra Il Pinocchio di Leo Mattioli – una modernità senza tempo, curata dal figlio Giovanni, presso la Sala Galileo della Biblioteca Nazionale di Firenze che sarà visitabile fino al 14 febbraio prossimo.
Sono passati quasi 60 anni da quando l’allora giovanissimo illustratore Leonardo Mattioli (Firenze 9 luglio 1928 – Firenze 11 luglio 1999) pubblicava per l’editore Vallecchi il suo Pinocchio. Un’Edizione Nazionale già allora molto importante in quanto promossa dal “Comitato per le onoranze a Carlo Lorenzini”, entità che in seguito sarebbe divenuta la “Fondazione Collodi”.
L’ambientazione toscana di stampo popolare, artigiana e contadina accoglie il burattino nella sua geometrica silhouette che mai indugia sulla trasformazione del naso in seguito alle bugie raccontate. La figura di Pinocchio si inserisce in modo leggero e dinamico in uno spazio in cui le suggestioni narrative sono alimentate dai colori: dall’azzurro carta di zucchero all’arancione, dal rosso spento al marrone e ocra, alternati in un raffinato sovrapporsi di piani. Nello stile compositivo, lontano anni luce da quello che all’epoca imperava nelle illustrazioni per l’infanzia (la realtà edulcorata di Walt Disney), riecheggiano note cubiste e post-futuriste ed emerge la straordinaria vicinanza e influenza dell’amico e maestro Ottone Rosai.
Questa nuova edizione contiene, per i 2/3 circa, lavori di cui gli eredi conservano ancora gli originali a tempera, con una qualità di riproduzione a stampa che nei primi anni ’50 non era raggiungibile. A conclusione della mostra, il 14 febbraio 2014, il figlio Giovanni farà dono di una tavola originale, rappresentante Pinocchio che va a scuola, al Liceo artistico di Porta Romana, dove dal 1974 al 1996 Leo Mattioli aveva insegnato progettazione e disegno professionale nella sezione di Arti Grafiche.