Il lavoro di Karel Martens (1938) occupa un posto di grande rilievo sulla scena artistica e del design grafico degli ultimi cinquant’anni. Martens è stato molto prolifico come designer di libri oltre ad aver contribuito a una vasta gamma di incarichi di progettazione: francobolli, monete, segnaletica e manifesti. Intimamente connessa con questo lavoro di progettazione è la sua pratica come artista, iniziata con le costruzioni geometriche e cinetiche, e successivamente sviluppata con il materiale cartaceo; più recente è la realizzazione di stampe a rilievo su manufatti industriali riciclati.
Martens ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Arnhem, Jan van Eyck Academy di Maastricht (1994-1999), Dal 1997 è docente in visita nel reparto di progettazione grafica presso la Scuola d’Arte dell’Università di Yale. Nel 1997 ha fondato Werkplaats Typografie, una scuola post-laurea di graphic design in Arnhem, dove insegna ancora.
La selezione che segue include rare opere realizzate negli anni ’50 e ’60. Né oggetti di design commissionati né opere d’arte, ma esperimenti tipografici di grande impatto, frammenti unici di un processo di ricerca visiva ancora in corso. (Se ne possono vedere molti altri qui).
Nel video che segue, un’interessante intervista a Karel Martens nella quale il designer olandese racconta il suo approccio al lavoro (e alla vita) e il suo rapporto con gli studenti.
Design Playgroundè un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.
Designcome “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.
Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo: “Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.
Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.
Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.
Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.
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