L’acqua è fonte di vita. Nonostante sia così fondamentale per la nostra sussistenza, la diamo spesso per scontata. Ma in alcune aree del mondo la mancanza di acqua è un problema ancora non risolto. Molti villaggi rurali in Africa infatti non hanno le infrastrutture idriche per soddisfare anche soltanto le esigenze di base.
Visitando piccole comunità isolate sull’altopiano nella regione nord-est dell’Etiopia, abbiamo assistito a questa drammatica realtà: la mancanza di acqua potabile. Gli abitanti del villaggio vivono in uno splendido ambiente naturale, ma spesso senza acqua, elettricità, servizi igienici o doccia. Per sopravvivere qui, donne e bambini fanno a piedi ogni giorno chilometri per raggiungere dei laghetti poco profondi, dove l’acqua è spesso contaminata da rifiuti umani e animali, parassiti e portatrice di malattie. L’acqua viene raccolta utilizzando zucche intagliate e trasportata in vecchi contenitori di plastica estremamente pesanti. (Arturo Vittori, ideatore di Warka Water)
Studi recenti mostrano che solo il 34% della popolazione etiope ha accesso ad una rete idrica migliore. Ciò implica che circa 60 milioni di persone non hanno acqua potabile.
Per migliorare questa drammatica situazione è nata Warka Water (WW), una torre alta circa dieci metri adibita alla raccolta di acqua che, per la facilità di costruzione e funzionamento, permetterebbe una gestione diretta da parte delle comunità locali.
WW non deve essere considerata come la soluzione a tutti i problemi di acqua nei paesi in via di sviluppo, ma piuttosto come uno strumento in grado di fornire acqua potabile in aree selezionate, in particolare nelle regioni di montagna in cui le condutture convenzionali non arriveranno mai e dove l’acqua non è disponibile da pozzi. Per trovare fonti di acqua sarebbe infatti necessario perforare in profondità il terreno fino a 1.600 piedi (500 m) e questo richiederebbe pompe e apparecchiature elettriche troppo costose sia nell’acquisto sia nella manutenzione.
Il progetto Warka Water ha avuto inizio nel 2012 grazie ad Architecture and Vision, team italiano diretto da Arturo Vittori, impegnato nell’architettura, nel design e nell’arte con particolare riguardo alla sostenibilità. Nel 2014 è diventata una società no-profit con sede negli Stati Uniti fondata da Arturo Vittori e Mark Svejda, che ha l’intento di creare una piattaforma internazionale per sostenere il progetto Warka Water.
IL PROGETTO
Il nome del progetto Warka viene dal nome del grande albero di fico nativo dell’Etiopia. Come questo elemento naturale anche WW, grazie alla sua struttura, può costituire un punto di riferimento molto importante per la cultura e l’ecosistema locale, fornendo il suo frutto (l’acqua) e un luogo di ritrovo per la comunità.
Il sistema di funzionamento invece trae ispirazione dal piccolo coleottero Namib. L’insetto infatti raccoglie l’acqua del deserto facendo condensare l’umidità sul suo addome, dove si trasforma in piccole gocce, che scivolando sul dorso idrorepellente, raggiungono la bocca.
La struttura del telaio esterno, realizzato con elementi in bambù, è ottimizzata per leggerezza e resistenza. Le giunture sono realizzate con perni in metallo e corde di canapa, la cui disposizione e tensione offre maggiore stabilità, garantendo alla torre di sopportare i forti venti.
Internamente alla struttura di bambù sono alloggiate la rete di plastica e il collettore che raccolgono la condensa dell’aria, mentre una tettoia di tessuto crea tutto intorno alla struttura una zona ombreggiata per la comunità.
I vantaggi di Warka Water sono numerosi: sfrutta il semplice principio della condensazione dell’aria (particolarmente adatto in queste zone dove l’escursione termica giorno/notte è elevata); la struttura pesa solo 60kg e l’assemblaggio è semplice da realizzare (5 moduli che possono essere montati da quattro persone senza ponteggi) ed ha il solo costo di circa 500 dollari; è costruito con materiali sia di facile reperibilità sia sostenibili; può raccogliere fino a 100 litri di acqua potabile al giorno.
Perché questo progetto possa realizzarsi servono circa 100.000 dollari e purtroppo la mancanza di possibilità di lucro scoraggia gli investitori. La soluzione, come in molti altri casi, è stata quella di affidarsi alla rete tramite crowdfunding. Se la campagna andrà a buon fine, già dal 2015 si potrà iniziare a portare Warka Water nei territori rurali etiopi.