Taxi Fabric.
I taxi di Mumbai diventano opere d’arte

A seguito di una riuscitissima campagna di crowdfunding su Kickstarter, il team ideatore di Taxi Fabric ha potuto riunire circa trenta designer indiani per impreziosire gli interni dei taxi di Mumbai con i loro progetti.

A Mumbai il taxi è infatti uno dei mezzi di trasporto più convenienti ed è diventato un punto di riferimento sociale e culturale della vita quotidiana cittadina. Se però da un lato i conducenti garantiscono un servizio molto buono per poter concorrere con i numerosi taxi in giro per la città, l’attenzione all’aspetto delle vetture è davvero scarsa. Così il team di Taxi Fabric si è preso la briga di trovare un sistema per garantire alle auto una cura estetica adeguata. E in quale miglior modo se non coinvolgendo un gruppo di emergenti designer indiani, figura professionale non molto riconosciuta in India? Un’unica operazione con un doppio risultato: una città più colorata e vivibile da un lato e dall’altro un maggior riconoscimento per giovani professionisti che dopo essere intervenuti sui taxi di Mumbai con i loro progetti sono stati contattati per altri lavori.

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“A Century of Revolt” di Kunel Gaur © Taxi Fabric
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“A Century of Revolt” di Kunel Gaur © Taxi Fabric
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“A Century of Revolt” di Kunel Gaur © Taxi Fabric
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“Stop. Breathe. Feel.” di Ankita Shinde © Taxi Fabric
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“Stop. Breathe. Feel.” di Ankita Shinde © Taxi Fabric
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“Stop. Breathe. Feel.” di Ankita Shinde © Taxi Fabric
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“Stop. Breathe. Feel.” di Ankita Shinde © Taxi Fabric
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“From a taxi window” di Lokesh Karekar © Taxi Fabric
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“From a taxi window” di Lokesh Karekar © Taxi Fabric
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“From a taxi window” di Lokesh Karekar © Taxi Fabric
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“Monad” di Samya Arif © Taxi Fabric
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“Monad” di Samya Arif © Taxi Fabric
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“Monad” di Samya Arif © Taxi Fabric
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“City as Objects” di Sam Koolavor © Taxi Fabric – jimeetpawaskar
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“City as Objects” di Sam Koolavor © Taxi Fabric – jimeetpawaskar
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“You & I” di Pranita Kocharekar © Taxi Fabric
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“You & I” di Pranita Kocharekar © Taxi Fabric
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“You & I” di Pranita Kocharekar © Taxi Fabric
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“The jungle book” di Tasneem Amiruddin © Taxi Fabric
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“The jungle book” di Tasneem Amiruddin © Taxi Fabric
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“The jungle book” di Tasneem Amiruddin © Taxi Fabric
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“Number Game” di Sanket Avlani © Taxi Fabric
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“Number Game” di Sanket Avlani © Taxi Fabric
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“Number Game” di Sanket Avlani © Taxi Fabric
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“Cutting” di Gaurav Ogale © Taxi Fabric
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“Cutting” di Gaurav Ogale © Taxi Fabric
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“Cutting” di Gaurav Ogale © Taxi Fabric

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

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