“Norme & Tributi Mese”.
Fisco, Illustrazione e tipografia

La progettazione della rivista di approfondimento de Il Sole 24 Ore dedicata a fisco, bilancio e diritto societario, dal titolo Norme & Tributi Mese “è stata l’occasione per raccontare un tema complesso e articolato, attraverso uno strumento snello, equilibrato e visivamente ricercato”. Così recita il testo di presentazione nella pagina dedicata nel portfolio di Bunker, lo studio modenese (socio dal 2014 di Lazy Dog Press) che ha curato questo progetto frutto più che mai di un lavoro corale che ha visto protagonisti anche Luca Lattuga di Anonima Impressori, il giovane illustratore italiano Ray Oranges e, infine, una committenza colta che ha dato spazio a illustrazione e tipografia in una rivista che tratta di fiscalità.

— Come è nato il progetto?

Bunker: con Il Sole 24 Ore lavoriamo da circa due anni a vari progetti editoriali, principalmente web, come le riviste professionali che ci hanno impegnato per quasi un anno. Forti di questa esperienza Il Sole ci ha affidato la progettazione di «Norme & Tributi Mese», strumento di analisi e approfondimento a disposizione dei professionisti sui temi più attuali e dibattuti in materia di fisco, bilancio e diritto societario; avendo come Comitato Scientifico le firme più autorevoli e affermate del settore, la rivista è stata pensata fin dal principio allo scopo di esprimere l’alta qualità dei contenuti.

— Seguite un particolare processo progettuale?

Bunker: Il Sole ci ha dato una rara e felice libertà d’azione. Basti pensare alla copertina, che è composta dalla sola testata e dall’illustrazione, un po’ in stile The New Yorker. L’idea è quella di affidarne ogni anno la realizzazione ad un autore italiano; per il primo anno siamo partiti col giovane e talentoso Ray Oranges, il taglio minimale e metafisico delle sue opere ci affascinava molto. Oltre alla copertina a Ray spetta il compito di creare la palette colori che caratterizza ogni numero, dalla copertina all’interno; vedere mese dopo mese il suo percorso è sempre una piacevole sorpresa.

Venendo all’interno, ogni numero è composto da otto, nove articoli, serviva quindi un elemento visivo che alleggerisse il ritmo serrato del testo. Tra le opzioni che abbiamo ipotizzato, quella che ci convinceva di più prevedeva l’inserimento di composizioni tipografiche. Abbiamo coinvolto Luca Lattuga di Anonima Impressori, col quale già in passato avevamo avuto modo di collaborare, che ha aperto le porte del suo ampio archivio di caratteri in piombo e in legno. Per ogni numero scegliamo insieme una sola famiglia di caratteri col quale realizzare tutte le aperture degli articoli, seguendo la palette colori generale e i monogrammi dei componenti il Comitato Scientifico.

Due parole infine sul formato: dati i contenuti principalmente testuali, abbiamo pensato più ad un formato da libro illustrato (17×24 cm) che da rivista, col testo che scorre al centro della pagina, ampi margini per le note e le citazioni dai testi. Titoli e testi sono composti nel carattere istituzionale Sole Serif disegnato da Luciano Perondi, note e didascalie nel Whitney della Hoefler&Co.

N&T primi 6 numeri
N&T cover 1
Rough Cover 7
N&T cover 2

– Come nasce l’idea di copertina per una rivista di approfondimento su temi fiscali ed economici?

Ray: Collaborare con lo studio Bunker è davvero un piacere perché si è creato una sorta di dialogo creativo in ogni copertina. Spesso il rapporto cliente/illustratore è sterile, verticale e unidirezionale. Con Bunker non è così. La libertà creativa è un fattore fondamentale in questo bellissimo progetto, la chiave vincente che forse altre riviste del settore non hanno. Fin dall’inizio, abbiamo capito che era riduttivo illustrare solo qualcosa inerente agli articoli inseriti nella rivista, che bisognava andare oltre, staccare del tutto le due cose, avendo così la possibilità di portare a casa non solo una semplice rivista economica ma anche un oggetto di design. Il fatto inedito è questo: può un lettore di una rivista di settore, in questo caso fiscale e tributario, lasciarsi andare e trovare altri messaggi nelle illustrazioni? In altre parole, lo si può coinvolgere oltre l’argomento della lettura cui si sta approcciando? Credo di esserci riuscito, soprattutto nelle copertine di marzo e luglio.

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– Come mai la scelta così marcata della tipografia all’interno in un prodotto editoriale che si occupa di tutt’altro?

Bunker: Inizialmente, trattandosi di una rivista dalla forte impronta autorale, si pensava di far realizzare dei ritratti illustrati per chi scriveva gli articoli, poi abbiamo scelto una strada del tutto diversa: avendo a che fare con dei testi molto tecnici, abbiamo pensato di estrapolare dal titolo di ogni articolo delle parole chiave, dei numeri oppure anche una sola lettera e lasciare Luca libero di esprimersi e sperimentare. Ogni numero, inoltre, si apre con un breve testo che introduce le caratteristiche del “Carattere del Mese”.

N&T apertura 4
N&T apertura 3
N&T apertura 2
N&T apertura 1
N&T comitato
N&T editoriale 2

Luca: Comporre con lettere testi che non siano solo contenuto ma anche forma espressiva mi ha dato modo di utilizzare i caratteri tipografici raccolti nelle mie ricerche in questi ultimi quattro anni. Cerco di farmi suggestionare dalle parole chiave dell’articolo e dal titolo per tradurli in una composizione espressiva che sfrutti al meglio le peculiarità formali delle famiglie di alfabeti dedicati al numero in uscita. La palette di tre colori poi mi aiuta a giocare con sovrapposizioni e trasparenze. Queste regole autoimposte possono apparire molto limitanti ma spingono alla ricerca di soluzioni e piccole sperimentazioni che altrimenti non farei. Il processo si riassume in: scegliere insieme a Bunker un tema tipografico (un carattere specifico o una famiglia fra le centinaia della mia collezione), stampare lo specimen al tiraprove, scansionarlo e sperimentare con la composizione digitale. Alla fine della progettazione di ogni numero mi accorgo di quante varianti si potrebbero produrre con l’uso esclusivo di queste vecchie lettere. 

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.