Gli antichi Romani chiamavano genius loci un’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo. “Nel tempo moderno, genius loci è divenuta un’espressione adottata in architettura per individuare un approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente, interazione di luogo e identità. Con la locuzione di genius loci si intende individuare l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente. Suole indicare il “carattere” di un luogo” (fonte Wikipedia).
Con questo progetto l’artista di origine russa Anastasia Savinova cerca di individuare le differenze e le analogie tra i vari luoghi di abitazione. “In viaggio per città e paesi, faccio fotografie agli edifici, ai negozi, nei mercatini e bar, osservando la vita di tutti i giorni per costruire il senso del luogo. Le sensazioni che scaturiscono da questa ricerca diventano una serie di collages”.
L’immagine integrale emerge dalle informazioni visive e una dozzina di associazioni. Mentre l’architettura e il paesaggio sono componenti visuali dell’immagine integrale del posto, allo stesso tempo, questa immagine è indissolubilmente legata con una mentalità e un modo di vita, satura di un qualcosa di incorporeo. Un’unica grande “costruzione” figura in ogni collage ed è composta da numerosi edifici tipici di quel determinato paese o città, nella loro connessione con la terra e lo spirito del luogo”.