Progetto grafico 29: Committenza

È uscito il nuovo numero di Progetto Grafico, la rivista internazionale di grafica edita dall’Aiap, Associazione italiana design della
 comunicazione visiva. Il numero 29, a cura di Carlo Vinti e Davide Fornari, con Riccardo Falcinelli, affronta il rapporto tra progettista grafico e committente, a volte fruttuoso altre decisamente complicato.

In un momento segnato da difficoltà economiche e cambiamenti nell’area della comunicazione visiva, Progetto grafico dedica un numero al tema della committenza. La posizione dei grafici nei confronti dei loro clienti si è colorata nel tempo di molteplici sfumature: dalla collaborazione con committenti “ideali” come Adriano Olivetti alla ricerca di interlocutori affini al proprio orizzonte culturale e ideologico, fino all’eclissi della committenza riscontrabile spesso nella pratica contemporanea. A partire da tale varietà di atteggiamenti e circostanze, Progetto grafico 29 si interroga su come è cambiata oggi la relazione fra grafici e committenti. Accanto a saggi di carattere teorico e storico, il numero contiene un’inchiesta che dà voce a professionisti, clienti, educatori e responsabili di fondazioni che finanziano il lavoro dei grafici.


Clients and Patrons

edited by
Carlo Vinti e Davide Fornari, with Riccardo Falcinelli

At a time of general economic difficulty and continuous changes in the sphere of visual communication, Progetto grafico is focusing its discussion on the question of clients and their relationship with designers.

The graphic designer’s position towards the patron has taken on numerous shapes over time: from the work for “ideal” clients such as Adriano Olivetti to the search for like-minded exponents of worlds which already recognized them, up to the eclipse of commission givers one can often observe in nowadays practices. Starting from this variety of approaches and positions, Progetto grafico 29 questions how the relationship among graphic designers and commission givers has changed. Together with theoretical and historical essays, the issue features a survey on the opinions of professionals, clients, educators as well as to the head of foundations that support the work of graphic designers.

(fonte Aiap)

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.