“Freedom as form”

La prima collettiva alla Wunderkammern di Milano.

Quali sono i limiti della nostra libertà individuale e personale? Quando le nostre azioni “libere” possono cominciare a danneggiare la comunità alla quale apparteniamo?

Queste le domande alle quali hanno “risposto” gli artisti coinvolti nella mostra Freedom as Form, che ha aperto il 29 giugno presso la sede milanese di Wunderkammern. Una collettiva che riunisce il lavoro degli street artist BR1, Alexis Diaz, Eron e Faith47, e che intreccia il tema della libertà con quello che indaga la relazione tra individualità e identità del gruppo. Quattro artisti internazionali scelti per dar forma alla libertà attraverso la loro distintiva estetica come metafora, a sua volta, di libertà d’espressione.

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Alexis Diaz (Djerba 2014)
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Alexis Diaz, Viavai Project (Casarano, 2014)

Alexis Diaz (Porto Rico, 1982) ha cominciato a dipingere sui muri nel 2010. L’artista ha sviluppato una tecnica pittorica minuziosa e precisissima, che attraverso inchiostro e piccole pennellate stese a mano libera gli consente di raggiungere un risultato straordinariamente realistico. I soggetti delle sue rappresentazioni sono creature chimeriche in fase di metamorfosi, combinazioni di animali, forme organiche ed elementi naturali ispirate dall’ecosistema del posto dove l’artista lavora. La potenza estetica dell’immagine e la ricercatezza della tecnica conferiscono alle opere di Alexis Diaz uno stile assolutamente unico.

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BR1, Delphine and her new dress (2016)
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BR1, “Welcome big babol” (Torino, 2016)

BR1 (Locri, 1984) vive e lavora a Torino. Privilegiando interventi spontanei ed effimeri creati nello spazio pubblico, l’artista affronta temi sociali come l’immigrazione, la discriminazione di genere, le tensioni tra modernità e tradizione, l’impatto del sistema capitalistico su altre culture e società. Performance, installazioni e poster colorati che si riappropriano degli spazi normalmente riservati ai cartelloni pubblicitari invitano l’osservatore a riflettere in maniera attiva e indipendente su questi argomenti.

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Eron, Blue Project Foundation (Barcellona 2015)
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Eron, The Bridges of Graffiti (Biennale di Venezia 2015)

Eron (Rimini, 1973) è considerato uno dei più importanti artisti di Graffiti italiani e un pioniere nella scena del Writing. Le sue opere, a forte impatto estetico e sociale, sono create tramite una tecnica pittorica molto personale: grazie alla sapiente padronanza dello spray l’artista crea infatti un delicato sfumato capace di conferire loro un effetto visivo incorporeo ed evocativo. Eron ha esposto in prestigiose istituzioni tra le quali Palazzo delle Esposizioni a Roma, la Biennale di Venezia e il Chelsea Art Museum di New York.

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Faith47, 722-481BC (Manchester 2016) ©Zane Meyer
WK_Faith47_La Salpetriere School I, graphite and ink on archival paper, 37.5 x 23_designplayground
Faith47, La Salpetriere School I (grafite e inchiostro su carta)

Faith47 (Città del Capo, Sudafrica, 1979) è un’artista di talento riconosciuta a livello internazionale, la cui produzione si alterna tra interventi outdoor e opere in studio. Faith47 ama sperimentare senza restrizioni con una vasta gamma di tecniche e supporti, attraverso i quali sviluppa la sua narrativa interiore e indaga temi come il sacro e l’ordinario, la condizione umana e la sua ricerca esistenziale. Per la mostra a Wunderkammern Faith47 presenterà disegni a grafite e inchiostro su carta ed una video installazione facenti parte della nuova serie 7.83 HZ Frequency, centrata sul tema della natura umana, della sensibilità e delle relazioni intime.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.