La nuova stagione artistica 2016/2017 di Wunderkammern Milano riparte con Limbo, mostra personale dell’americano Doze Green (New York, 1964), artista che affonda le radici culturali e artistiche nel Bronx anni ’70 e quindi nell’hip hop, nel writing e nella breakdance.
Partito dalla strada e dal graffitismo, di cui è stato uno dei pionieri, ha gradualmente raffinato la sua arte passando dalla lettere e dai tag alla rappresentazione di personaggi che lui stesso definisce “entità biologiche”, raffigurazioni infinite e variabili del passato, presente e futuro dell’umanità. Questa evoluzione artistica – evidente combinazione e reinterpretazione di differenti influenze artistiche come writing, calligrafia giapponese, grafica, cubismo e frutto di sperimentazioni anche nelle tecniche e materiali utilizzati, tra cui acrilici, gesso ed inchiostro su tela, carta o legno – lo ha portato ad esporre in importanti gallerie di tutto il mondo.
La produzione di Doze Green è legata alla concezione dell’arte come riflesso dell’umanità, della sua condizione, delle sue esperienze ed emozioni. Dalle opere dell’artista emergono personaggi complessi in evoluzione, creati con un tratto lineare e sinuoso e definiti da variazioni cromatiche.
Affascinato dai concetti metafisici e dal mondo del magico e dell’irrazionale, Doze Green esplora l’anima umana integrando nei suoi lavori simboli occulti, geometria sacra, miti e divinità di antiche società. Di fronte alle sue opere, l’osservatore è indotto ad un percorso intimo, ad un viaggio immaginativo in costante oscillazione tra ricordi, suggestioni e visioni futuristiche.
Green, con la mostra Limbo, aperta fino al 2 novembre prossimo, prosegue questo viaggio esplorando l’essere umano e la sua indeterminatezza, la transizione del materiale allo spirituale e l’effimera solidità del tempo e dello spazio.