“Herbaria”

Il progetto editoriale sul mondo delle piante di Giulia Penserini e Alessandra Carta.

Seguiamo quotidianamente il lavoro di grandi designer conosciuti in tutto il mondo, ma è spesso tra i lavori di giovani studenti e studentesse che scoviamo progetti che riescono a sorprenderci per vivacità e qualità.

Ci siamo imbattuti proprio in uno di questi piccoli gioielli poco tempo fa, il quale ci ha davvero entusiasmato per l’originalità dei contenuti e della grafica. Si chiama Herbaria e le due designer che lo hanno ideato sono Giulia Penserini e Alessandra Carta, entrambe appena laureate, per l’esattezza il 17 luglio, con il massimo dei voti. Abbiamo fatto loro qualche domanda per conoscerle meglio e approfondire il processo creativo dietro al loro progetto.

__

Partiamo da voi. Chi è Giulia Penserini e chi è Alessandra Carta?

Giulia : Mi chiamo Giulia Penserini e vengo da un piccolo paese di 2.000 abitanti vicino Urbino, fin da piccola ho sempre avuto una propensione per la cura dell’immagine, così mi sono iscritta al Liceo Artistico per approfondire la mia passione. Nel 2016 ho vinto una borsa di studio allo IED di Milano dove a breve concluderò gli studi in Graphic Design. Mi definisco una persona entusiasta ed affronto ogni progetto in maniera immersiva e appassionante. Il mio modo di fare grafica indaga gli aspetti del comunicare in maniera non convenzionale, si basa su una ricerca e uno studio approfondito del tema e un successivo sviluppo creativo.

Alessandra : Mi chiamo Alessandra Carta, vengo da un piccolo paese della Sardegna, Posada, a cui sono particolarmente affezionata. Durante il quinto anno del liceo linguistico è nata in me la passione per la grafica, sicuramente la presenza di mio cugino, Stefano, e mia sorella Esmeralda, entrambi designer mi ha fortemente influenzato. In questi tre anni di IED ho sperimentato tutti i rami della grafica, video, grafica 3D, web design… ma tra tutte le materie la grafica editoriale mi ha sempre appassionato. Amo collezionare magazine di ogni tipo anche per poter trovare nuovi punti di ispirazione e grafiche innovative. Tutto il mondo che gira intorno all’editoria mi affascina particolarmente.

Abbiamo trovato sul vostro profilo Behance il progetto didattico “Herbaria” sviluppato durante il vostro ultimo anno allo IED. Come è nato?

Alessandra : Herbaria è nata per un esame di grafica editoriale del terzo anno dello IED. Avevamo il compito di realizzare un progetto editoriale su un tema a scelta, e così abbiamo scelto il mondo vegetale.

Perché il mondo delle piante?

Alessandra : Entrambe proveniamo da luoghi in cui la natura è un elemento molto presente, siamo cresciute a suo stretto contatto. Abbiamo notato come il rapporto tra uomo e natura sia cambiato drasticamente nel corso degli anni e sempre di più stia diventando invisibile davanti agli occhi dell’essere umano. 

Viviamo in un periodo di disastri ecologici causati dall’uomo, questo è dovuto al fatto che si è allontanato dalla natura ma sopratutto che si è dimenticato lui stesso di provenire da essa. Herbaria si propone di risanare questa rottura e poter far comprendere l’importanza delle piante e la loro bellezza, fin troppo spesso ignorata.

Siamo stati subito colpiti dal vostro magazine perché riesce ad affrontare la stessa tematica in modo trasversale, con un approccio fresco ma al tempo stesso maturo. Come avete sviluppato il progetto e diviso i compiti?

Alessandra : Abbiamo sempre lavorato insieme, sia per quattro riguarda la scelta dei contenuti sia per la grafica adottata per tutta la rivista è stata una stretta collaborazione che ha portato grandi risultati e soddisfazioni. 

Giulia : Abbiamo selezionato meticolosamente gli articoli proposti, mostrando le molteplici sfumature della tematica. Il nostro magazine spazia dall’arte al design, dalla scienza alla letteratura, cercando di indagare questo mondo complesso e tanto affascinante che è la natura.

Nella grafica gli aspetti geometrici tipici delle catalogazioni delle piante si mescolano con uno spirito selvaggio nelle immagini. Come se la natura potesse essere osservata, inventariata e circoscritta in sistemi teorici, ma poi il suo prosperare non potesse subire la stessa sorte. Non è così?

Giulia : Esattamente, abbiamo utilizzato strutture grafiche analoghe alla catalogazione delle piante, ma in fin dei conti, come ben sappiamo, le piante e in genere gli elementi del nostro ecosistema sono soggetti a regole al di fuori di noi, ovvero le leggi dettate dalla natura e dall’evolversi della vita, le quali vanno fuori da qualsiasi schema da noi imposto. Abbiamo anche utilizzato elementi tipici dell’elaborazione grafica dei computer, come per esempio griglie e sfumature, per creare un contrasto tra naturale e artificiale.

Questo è soltanto il numero zero, ma sarebbe un peccato restasse tale. Avete intenzione di portare avanti questo progetto? Magari con un crowdfunding?

Giulia e Alessandra : Ci piacerebbe molto riuscire a portare avanti il progetto, Herbaria è frutto di duro lavoro nel quale abbiamo molto creduto, lavorandoci con passione. Non abbiamo mai pensato ad un crowdfunding e non avremmo da sole le risorse per poterlo realizzare. Ci piacerebbe infatti avere l’occasione di collaborare con altri appassionati del mondo vegetale per poter portare avanti la rivista.

Design Playground è un viaggio nella creatività attraverso i progetti più suggestivi della cultura contemporanea. Un racconto fatto di storie, di idee e di sogni.

Design come “progettazione di un artefatto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica”.

Siamo partiti proprio da qui, dal termine design. Una parola che, come spesso accade con i termini di cui si abusa, ha perso il suo significato originale. O meglio, siamo noi che lo abbiamo perso di vista. Il design non è lusso, il design è creatività ma soprattutto, ricerca e progetto, è saper ascoltare e capire le necessità. Con le parole di Enzo Mari tratte da 21 modi per piantare un chiodo“Credo che il design abbia significato se comunica conoscenza”.

Quello che ci prefiggiamo è raccontare quel design che comunica appunto la storia e le conoscenze che hanno permesso di arrivare alla sua sintesi. Tutto questo in uno spazio aperto a tutti, un playground, dove sia centrale la voglia di conoscere, approfondire e cercare spunti di riflessione.


Massimo Vignelli ha affermato: «Il design è uno – non sono tanti differenti. La disciplina del design è unica e può essere applicata a molti ambiti differenti». E ancora Ettore Sottsass “il design è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita”.

Design Playground attraversa i differenti ambiti della progettazione trattandoli come parte di un unicum che li comprende tutti: dalla grafica alla fotografia, dall’illustrazione al video, dall’industrial design all’arte.